La fisiologia del sonno dei neonati

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I neonati sanno già come dormire

Nella nostra cultura oggi c’è molta confusione su quello che riguarda la fisiologia del sonno dei neonati: spesso si pensa che i bambini dormano tutta la notte come gli adulti e che debbano imparare a dormire da soli fin da subito.

In realtà i bambini sanno già dormire, infatti il sonno è uno stato comportamentale, non un’abitudine appresa.

Inoltre la fisiologia del sonno nei bambini è diversa da quella di noi adulti.

Quante ore deve dormire il bambino?

Non solo la composizione dei cicli di sonno è diversa, ma anche il numero di ore in cui si dorme cambia nel corso della vita: ad esempio i neonati dormono dalle 15 alle 20 ore al giorno, mentre gli anziani circa 5,6 ore.

In particolare, si passa dalle 16-17 ore di sonno durante la prima settimana di vita, alle 15 ore intorno ai 6 mesi, poi alle 14 ore a circa 1 anno, 13 ore intorno ai 2 anni, 12 ore verso i tre anni.

Questo è funzionale per lo sviluppo del cervello.

E’ interessante anche notare che durante la gravidanza, la mamma modifica la composizione del proprio ciclo di sonno, accordandosi con la fisiologia del sonno del feto: infatti passa da una percentuale del 20% di sonno REM (quella abituale negli adulti) a una del 50% a fine gravidanza (quella del bambino).

Il ritmo circadiano nei neonati e nei bambini

E’ utile ricordare che i neonati non hanno ancora un ritmo circadiano ben stabilito, cioè non distinguono fra il giorno e la notte come noi ci aspetteremmo, dormono per periodi più brevi e si svegliano anche per la necessità di essere alimentati spesso.

Attorno al terzo mese, quando inizia la produzione di melatonina endogena, il ritmo circadiano comincia a stabilizzarsi, i bambini possono dormire più ore di seguito durante la notte, anche se ci sono molte differenze fra ogni bambino.

Funzioni del sonno nei neonati

Ecco le principali funzioni del sonno:

  • favorisce lo sviluppo cerebrale (in particolare il sonno REM)
  • consolida memoria e apprendimento
  • favorisce la secrezione dell’ormone della crescita
  • rafforza il sistema immunitario
  • consente al cervello di “ripulirsi” dalle tossine di scarto prodotte durante la veglia
Valentina Saitta e l'importanza del sonno

Visto che il sonno è così utile per lo sviluppo, è molto importante non svegliare i bambini in modo arbitrario ma lasciare a loro la regolazione dei risvegli.

Il sonno degli adulti: differenze con i neonati

Per comprendere meglio le differenze vediamo anche il ciclo del sonno nell’adulto:

  • ha una durata di circa 90 minuti
  • inizialmente c’è una fase di sonnolenza che porta all’addormentamento e che dura circa 20 minuti
  • poi si passa ad una fase di sonno molto leggero seguito da una fase di sonno profondo (che serve a ristorarci dalla fatica fisica)
  • negli ultimi 30 minuti del ciclo di sonno si passa alla fase REM (quella in cui si sogna e che serve a ristorarci dalla fatica mentale)
  • dopo la fase REM, avviene una nuova fase di sonno molto leggero che ci porta ad iniziare un nuovo ciclo di sonno; in questa fase è facile risvegliarsi, ma ci si riaddormenta altrettanto facilmente

Quindi la nostra notte è fatta di una serie di cicli di sonno che si ripetono in sequenza, in media da 3 a 5 cicli a notte.

Il sonno dei bambini e i micro-risvegli

Nei neonati il ciclo di sonno funziona in modo differente:

  • la durata complessiva di ogni ciclo è di circa 50/60 minuti
  • questo tempo è equamente diviso fra sonno REM e sonno non-REM
Valentina Saitta e la fisiologia del sonno

In particolare alla nascita il sonno REM è al 50%, poi tra 2 e 3 anni passa al 25%.

Quest’ultimo è maggiore da molto piccoli perché, come già detto, è funzionale allo sviluppo cerebrale.

E’ facile che i bambini si sveglino fra un ciclo e l’altro (micro risvegli), quindi visto che i cicli di sonno sono più brevi, probabilmente si sveglieranno con più frequenza.

Mentre noi adulti ci riaddormentiamo facilmente, spesso i bambini richiamano la nostra vicinanza per essere supportati.

E questo è assolutamente normale ed è stato programmato così dalla natura: di notte spesso i bambini richiedono più cure prossimali per sentirsi al sicuro da potenziali predatori.

Anche grazie al nostro supporto e rassicurazione pian piano riescono a gestirsi da soli.

Sleep regression e disturbi del sonno

Dopo il periodo neonatale il ciclo del sonno subisce ulteriori cambiamenti, che approfondiremo in un altro articolo.

Esistono delle fasi, chiamate sleep regression, in cui aumenta l’incidenza dei risvegli fra un ciclo e l’altro.

Spesso queste fasi coincidono con dei momenti in cui i bambini affrontano dei cambiamenti o delle fasi particolari, come alcune fasi dello sviluppo motorio, la dentizione, l’ansia della separazione, ecc.

Quindi, come abbiamo appena visto, i micro risvegli tra un ciclo di sonno e l’altro sono normali.

Possiamo assistere il bambino in questa fase e aiutarlo a rilassarsi, finché non sarà in grado di farlo da solo.

La cosa importante da osservare rispetto al sonno non è tanto legata al fatto che il bambino si svegli ripetutamente, ma al tempo che occorre perché si riaddormenti.

Quando i bambini impiegano molto tempo a riaddormentarsi fra un risveglio e l’altro, può essere utile informare il pediatra e rivedere la routine giornaliera.

Relazione tra sonno e attività motorie nei bambini

Nella mia esperienza spesso difficoltà legate al sonno sono connesse con la mancanza di attività sensorio-motorie adeguate allo sviluppo del bambino.

A volte i genitori, per mancanza di informazioni, continuano a trattare il bambino come se fosse un neonato anche nei mesi successivi, aspettandosi che trascorra la maggior parte del tempo esclusivamente mangiando e dormendo.

In realtà i bambini hanno bisogno fin da subito di essere stimolati, di vivere esperienze adeguate alla loro età, cioè di fare esperienza attiva di movimento sul pavimento.

Questo li aiuta a crescere e svilupparsi al meglio, oltre che ad imparare a rilassarsi e a modulare il tono.

Inoltre i bambini hanno bisogno di essere accolti e sentirsi al sicuro all’interno del campo relazionale familiare, condividere tempo di qualità insieme ai genitori e sentirsi accolti anche dal punto di vista emotivo.

Può essere utile anche ampliare lo sguardo attorno al bambino invece che concentrarsi su un problema e includere tutta la sua storia, fin dal concepimento.

Aiutare il bambino a rilassarsi

Spesso la difficoltà a rilassarsi e a lasciarsi andare può essere connessa anche con la storia prenatale e di nascita del bambino.

A volte mi è capitato vedere bambini svegliarsi piangendo disperatamente dopo un brutto sogno; se questo si ripete diverse volte è sicuramente qualcosa da tenere in considerazione e che potrebbe essere legato alla sua storia.

Dare importanza a queste espressioni emotive del bambino legate a quello che ha vissuto (e forse non ancora integrato), può aiutarlo a rilasciare la tensione legata a questi eventi e rilassarsi con maggiore facilità.

Di conseguenza anche il sonno e tutti i ritmi fisiologici possono trarne beneficio.